Nato originariamente come ristoro della famosa azienda tessile Bemberg, il locale mantiene anche con la nuova gestione un aspetto semplice ed essenziale: un open space diviso in due grossi ambienti (uno con vista sull'enorme palco e l'altro sullo spazioso bancone), pareti affrescate con scene di vita di filanda e soffitto a volta celtica (quest'ultima non vuol dire un cazzo, ma era giusto per scriverne tre).
La maggior parte dei posti a sedere si trova nella metà rivolta verso il bancone, mentre davanti al palco lo spazio è lasciato libero per pogare, ballare, animare la serata... Insomma far casino.
Esiste anche un'apprezzabile area ludica: un calcetto e un videopoker in cui gli astemi sputtanano i propri soldi mentre noi ce li tazziamo.
Il Cuba Libre, preparato dal mittico Andrea, è di ottima qualità e anche le birre vanno giù che è un piacere: sia la lager sia l'ambrata, proposte alla spina, sia la weizen, in bottiglia (purtroppo, come ci ha spiegato Andrea, d'inverno manca quella alla spina perché non la ordina nessuno e giustamente non vuole che i fusti invecchino).
Per quanto rigarda la musica, la proposta live è sempre di ottimo livello, alternando gruppi veramente bravi (Diumvana e Wine Spirit, tanto per fare un paio di nomi) a formazioni emergenti o sommergenti (in qualsiasi caso si può fare un bel po' di casino e divertirsi).
Da segnalare la presenza, nel cesso dei maschi, di un bidoncino dell'umido con tanto di sacchetto, ottimo per sgottare in modo pulito ed ecologico.

CONCLUSIONI:
Un locale che ci piace parecchio: si tazza, si balla, si poga, si fa casino e a fine serata si cantano a squarciagola le canzoni di Elio. Inoltre lo staff è composto da persone simpatiche che subito si sono affezionati al nostro giornale. In una parola: ANDATECI!

Il nostro voto: 4/5