IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Il periodico per il bambino che tazza il buon vino
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Harley Cafè
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Nome Locale: Harley Music Cafè
Categoria: Live music
Località: Capolago di Varese (VA)

All'ingresso si viene accolti da un'enorme chitarra luminosa che fa subito intuire che qui abitualmente si suona musica dal vivo. Entrando le prime cose che colpiscono sono la spaziosità del locale e il gran numero di posti a sedere, distribuiti in tre zone (davanti e ai lati del palco). I cessi sono posti al piano superiore, perciò consigliamo a chi avesse qualche problema di instabilità motoria di natura etilica, di intraprendere il viaggio verso la turca con adeguato anticipo e magari con un accompagnatore.
La seconda cosa che colpisce sono gli sgabelli leopardati.
La terza cosa sono i prezzi: € 5,00 per la mezza pinta; € 6,50 per la pinta, la maggior parte dei cocktail e per la birra in bottiglia; € 7,50 per il Long Island; € 1,03 (a testa) per il servizio al tavolo (portatevi monete da 1 e 2 centesimi).
Visti i prezzi, giustamente, abbiamo optato tutti per il Cuba (costa come una mezza, ma ubriaca il doppio), trovando così conferma del fatto che sia uno dei long drink più bistrattati d'Italia (chi ha orecchie per intendere intenda).
Una volta superato tale shock iniziale, comunque, la serata è proseguita piacevolmente grazie allo spettacolo di altissimo livello (i Diumvana spaccano sempre), all'acustica decisamente buona e al gran numero di belle figliuole presenti sia fra le avventrici, sia fra il personale.
Un altro shock era però in agguato per il nostro Sam, il quale, spossato dai continui viaggi in compagnia di CCB alla volta del camion del paninaro (strategicamente piazzatosi nel parcheggio del locale), a un certo punto della serata si è rassegnato a scialaquare i sudati risparmi per una pinta di Hoegaarden. Giunto al bancone, però, non si è visto consegnare in mano l'usuale mastello di vetro, bensì un orribile bicchiere di plastica! Un insulto alla birra di sproporzionate proporzioni!

CONCLUSIONI:
Certamente un buon locale per gli amanti della musica dal vivo (belle strutture e gruppi bravi in calendario), ma assolutamente non adatto allo stile tazzereccio del Cirroso. Se volete ubriacarvi portatevi la roba da casa oppure preparatevi a uscire frequentemente per andare a prendere le birrette dal paninaro.



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