Un cadavere trovato ancora vivo davanti a un discount, macchie di strani liquidi, primari di fegatologia, colpevoli talmente insospettabili da essere ovvi e soprattutto, un nuovo grande personaggio per il Cirroso!
Il MAD giaceva all’interno della camera iperbirrica dell’ospedale di S. Giovese Sul Fiasco.
“Cosa gli è successo?” chiese Grignolissom al primario di fegatologia.
“E chi cazzo lo sa…” rispose questi: “L’abbiamo trovato senza sensi (e senza senso) appena fuori dal Mercatone Unto, dove aveva testé comprato un bag in box di white russian… Ora lo stiamo mantenendo in coma etilico grazie a delle flebo di assenzio”
“Sì. Ma cosa gli è successo?”
“E chi minchia lo sa… L’unica cosa certa è che è sempre apparso in stato vegetativo, ma forse lo era anche prima che lo trovassimo”.
“Sì. Chiaro, ma esattamente, cosa gli è successo?”
“Va beh, senti… Analizzate il muschio che ha sul corpo e vedi se riuscite a scoprire qualcosa. Io intanto me ne prendo un po’ per metterlo nel presepe”
“Si ricordi che va messo sempre a Nord”, disse l’acculturato detective.
“Sei un imbecille e pezzo d’asino”.
Il primario se ne andò con una carriola di muschio, lasciando Grignolissom solo col malato.
In modo molto professionale, l’acuto investigatore flambò immediatamente degli zuccherini, dopo averli immersi nelle flebo di assenzio, dopodiché, ciucco al punto giusto, prese la mannaia e si accinse delicatamente a raccogliere un campione di epidermide come indizio.
Gli staccò la mano destra.
“Niente più sesso, per te, ragazzo mio… Meno male che a tazzare sei ambidestro, come deduco dalle tue impronte digitali a forma di Guinness”
Grignolissom andò in fretta (*) nel suo laboratorio e si accinse ad osservare al microscopio il reperto, notando che i polpastrelli erano raggrinziti come quando,
ubriachi di sangria, si fa il morto in piscina per sei o sette ore.
“Dev’essere stato a contatto con l’acq*a… E qui non piove mai per delibera comunale del gennaio 1976. Questo caso si preannuncia peggiore di quel che sembrava all’inizio. Urge un sopralluogo sulla scena del crimine, cazzo!”
Grignolissom si precipitò a rotta di collo (**) nel piazzale e iniziò subito i rilievi col Luvinòl:
“Mumble mumble… non ho mai visto un simile scempio in vita mia!”
Lo spiazzo antistante il Mercatone Unto era pervaso di macchie umide, ma nessuna di queste presentava tracce di alcool!
L’astuto detective aperse la sua borsa contenente i più sofisticati strumenti d’indagine e ferri del mestiere (quasi tutti comprati sull’ottava pagina del Cirroso) ed estrasse, fiero e protervo, un chiodo di ferro purissimo dell’Alsazia-Lorena.
Lo gettò, titubante, sulla macchia, temendo il responso di quell’eccezionale mezzo di rilevamento.
Dopodiché, prese quattro mesi di aspettativa e andò a lavorare come purificatore di impianti di spillatura della birra presso l’ACLI di San Giovese Sul Fiasco.
Allo scoccare del centoventunesimo giorno, si ripresentò sul luogo del delitto, ripulì il chiodo dalla merda di piccione e di cane che nel frattempo gli si era depositata sopra (stando bene attento a non inquinare la scena del crimine) e rabbrividì alla vista del risultato.
“Perbacco” disse “è completamente arrugginito! Questo significa che quel liquido era… era.. Acq*a!!!(***) Non c’è altra spiegazione… Qualcuno deve aver sparato a quel povero scimunito con una pistola ad acq*a! E ho anche capito chi è stato!”
Ciò detto, il risoluto risolutore si precipitò ad arrestare Ambrogio, quello dei Ferrero Ruttér.
“Maledetto Grignolissom, come hai fatto a scoprirmi?”
“Facile, caro mio… Non lo sai che il colpevole è sempre il maggiordomo?”
Ambrogio scoppiò in lacrime: “Sì, è vero, sono stato io… Ma quel bastardo (****) mi aveva fottuto tutto il salario del mese, che ammontava a 6,2 kg di Mon Cherì! Maledetto alcolizzato!”
(*) facendo una sola volta il giro dei bar.
(**) facendosi solo una mezza dozzina di frizzantini.
(***) Se fosse stata Rutto-cola sarebbe esploso lasciando un enorme cratere.
(****)Il MAD poi alla fine, purtroppo ce l’ha fatta!
Scritto da Anonimo Beone il 20 Settembre 2011, 6:37
fabtastico! Scrivine ancora che ci fai tanto ridere!