(l'occasione fa l'uomo ciucco)
Nell'eterna lotta fra il bene e il male, chi ci potrà difendere dalle oscure insidie delle forze demoniache d'oltralpe?
Ma ovviamente lui, l'Ubriacatore dell'Incubo: Dylan Vov!
Dylan Vov, caso unico nella storia dei personaggi del Cirroso, stava trombando con una donna (così ci siamo tolti il pensiero e possiamo farlo copulare con qualsiasi altra cosa, nel seguito del racconto N.d.Sam & CCB), quando all’improvviso il suo grottesco e baffesco assistente Grappo irruppe nella stanza:
“Ehi capo! Sai cosa fa una gentil donzella quando pratica una fellatio? Beve alla goccia!”
Una folata di Bora attraversò la stanza facendo rizzare i peli sulle chiappe di Dylan. Nel frattempo, la gentil donzella che si trovava lì giusto per chiavare, si sentì chiamata in causa e abbandonò il movimento sussultorio e la camera, non senza aver prima assestato un colpo da campionessa di biglie su un testicolo dell’incolpevole Vov.
“Grazie tante, Grappo! Il tuo intervento è stato opportuno come una gazzosa al raduno degli alpini! Ora mi toccherà finire quello che avevo iniziato... con te!”
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“Giuda Grignolino!” disse Dylan “Questa è stata la peggior chiavata della mia carriera!”
Non appena ebbe pronunciato queste parole, il famigliare suono del campanello squarciò la romantica atmosfera post copula...
SBUAAAAAAAARP!
Grappo si precipitò ad aprire la porta, ma prima ancora che potesse dire una delle sue solite stronzate, fu spinto dentro dal ventre dilatato di un uomo sulla trentina, in abiti da cuoco.
“Sono Gianfranco Vinsanto, chef del famoso ristorante Il gambero morto (specialità della casa: pollo alla Sprait). Ho bisogno dei servigi di Dylan Vov. E’ possibile parlargli senza essere trombati?”
“Di solito no, ma visto che lei è unto come una frittella del luna park e mi fa veramente schifo, farò un’eccezione” disse Dylan, apparendo sollevato dopo l’esperienza avuta con Grappo. “Qual è il suo problema?”
“Sono disperato: nella cantina del mio ristorante è apparsa una bottiglia di vino zombi!!!! Nonostante io la svuoti nelle brocche del vino sfuso tutti i giorni, si riempie sempre magicamente!”
“E si lamenta???”
“Sì che mi lamento” il volto di Vinsanto si deformò per la disperazione... “E’ vino francese!” disse con un fil di voce.
“Io una volta ho bevuto il vino francese:” disse Grappo “sono stato male tutta notte e poi al mattino ho fatto uno stronzo a forma di Tour Eiffel (c’era anche l’ascensore)”.
“Ciucco ballerino!” disse Dylan “dobbiamo intervenire immediatamente! Avvisi le cameriere che la mia venuta è imminente!”
Dylan e Grappo saltarono velocemente nella R4 Frog dell’Ubriacatore dell’Incubo e seguirono il cuoco fino al ristorante.
Appena giunti in cantina, Dylan studiò la situazione e in men che non si potesse dire, esclamò: “Eccola! Trovata!” e ciò detto afferrò una damigiana da 54 litri per le maniglie e la fece sua, dapprima con violenza, ma poi se ne innamorò perdutamente.
“E ora, al lavoro! Fammi vedere la famosa bottiglia che torna piena da sola!”
Vinsanto la indicò, con mano unta e tremante.
Dylan, che aveva schifo solo dell’acq*a (non si lavava dall’84) la prese e la versò nel bacile che serviva come vaso da notte per i dipendenti e, in seconda battuta, come decanter per il vino sfuso.
La bottiglia, soprannaturalmente, tornò piena di un liquido color croissant, dall’intenso odore barriquato.
“Giuda Vermentino! Questa è davvero stregoneria” disse Dylan “non è come il caso dell’anno scorso all’Oktoberfest, quando i boccali di birra, dopo essere stati messi sotto il tavolo da quel taglialegna di Bolzano, tornavano pieni e caldi”.
Dylan chiese di rimanere da solo in cantina, per poter indagare senza interferenze.
Non appena gli altri furono usciti si fiondò di nuovo sulla damigiana per cui ormai nutriva una passione struggente ed implacabile.
L’ennesima trombata della giornata lo prosciugò.
Per rimediare, bevve quindi dalla prima bottiglia che gli capitò in mano.
Essendo egli un virtuoso dell’ingoio, la calò in un sorso solo, prima di accorgersi dell’orribile gusto del liquido.
Si era tracannato la bottiglia zombi.
Con un rutto, dalla bocca di Dylan uscì una demoniaca presenza. Gli si palesò davanti un essere mostruoso, pelato, panzuto e spaventosissimo.
Era il fantasma di Zidane.
“Maledettì Italianì, mì avetè sconfittò ancorà! Ìl miò pianò pèr rovinarè ìl vostrò vinò stavà funzionandò! Nòn pensavò chè qualcunò avrebbè avutò ìl coraggiò di abbeverarsì dà quellà bottiglià. Mà tù, depravatà fognà umanà, haì rovinatò tuttò!”
Ciò detto, sparì, lasciando la bottiglia finalmente vuota.
Dylan caricò la damigiana sulla R4 Frog e se ne andò.
Grappo, commosso e abbandonato, commentò: “Signor Vinsanto, per festeggiare posso pucciare in lei il mio cantuccino??”
Scritto da Anonimo Beone il 20 Novembre 2008, 8:12
ahahahahahahahhhhhhhhhhhhhhaaaaaaaaaaaaaahahah
Scritto da Anonimo Beone il 20 Novembre 2008, 12:02
siete fuori come dei cachi ad autunno