IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Il periodico con più controindicazioni ed effetti collaterali del mondo
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Il Cirroso al Vinitaly
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Il Vinitaly è uno degli eventi enologici più importanti d'Italia e il Cirroso non poteva certo mancare!
Il nostro Hic Nick ci racconta la sua tre giorni in quel di Verona.

Sulla via silenzio. Solamente un gatto pulcioso marcio rovistava nelle taniche dell'umido, sotto l'androne del centro del paese. L'alba era ancora lontana e già, lui, distinto in giacca e cravatta si apprestava, in attesa, a recarsi a Verona per il Vinitaly. Nella sua mano destra un pacco di bigliettini da visita. Con la sinistra, intanto giocherellava con le chiavi di casa, impaziente.
Verona città di storia, di romanzi d'arte, ma per alcuni giorni capitale italiana del Vino.
Non solo vino però quello a cui, compostamente all'inizio, e più loquacemente alla fine della giornata, si era accostato. Ma anche grappe, distillati e oli, profumatissime e gustose essenze volte al piacere edonistico. Con ordine l'intera penisola era stata ridistribuita in pochi, una decina, eleganti padiglioni.
Con meticolosità ettari ed ettari di produzione vitivinicola Italiana erano stati ridistribuiti e proposti al pubblico in pochi ettari di fiera. Un piacere accostarsi a nettari noti, nomi e vini famosi, premiati, o anche semplicemente presenti. Una gioia sentirsi "a casa" ed assaporare gusti noti del territorio Novarese coi suoi Nebbioli nel padiglione cosmopolita della regione Piemonte. Giusto il momento di un panino e si rese conto che di tutto ciò che doveva assaggiare, non aveva in realtà gustato nemmeno un decimo, tanto vasta era la scelta, tanto lungo il lavoro di ricerca che si era preposto. Eppure, ritornando, giunto alla barriera di Milano, si sentiva appagato e felice di appartenere anche minimamente e marginalmente a quel mondo.
Sempre mattina e sempre molto presto. Nessun cazzo di gatto sotto l'androne, poiché l'umido era stato portato via il giorno prima. Lui era ancora lì come il giorno prima, con molti bigliettini, ma non troppi e le sue chiavi a giocherellare in attesa di partire per il Vinitaly. Aveva però ormai rinunciato alla cosiddetta "Muda" matrimoniale, per concedersi un paio di jeans e una camicia sotto il solito giubbotto di pelle.
All'ingresso non badava ai preamboli e si fiondava direttamente nelle regioni pesanti di passiti e distillati.
Già, avevano messo stranamente Trentino e Sicilia molto vicine, pericolosamente vicine. Dopo una pacata partenza alla musica di Traminer, Riesling e Muller si lanciava a picco sul pinot nero. Dio come lo adorava quel nettare rosso, non troppo rosso ma rosso. E si slacciava la camicia, che tanto, si può anche portar di fuori al giorno d'oggi... Che bello decantar il vino, quel bel Pinot Nero coi termini che qualunque esperto nemmeno si sognerebbe di usare in Tv dalla Clerici. E lui lì, col suo bagaglio culturale da microcefalo che per la trentesima volta diceva al produttore "Molto buono, Molto buono, Buonissimo!" Poi passiti e poi grappe, un intero stand di grappe, di tutti i tipi, per tutti i gusti, proprio buone. Dal Trentino al Friuli ed all'alto Adige il passo è breve. Il Leopardi non gli era mai piaciuto, aveva troppi cazzi e troppe palle, ma in quel momento, Davanti ad una delle sorelle Nonino, beh, anche per lui il naufragar era tanto dolce e morbido, come quella bell'acquavite d'uva. UE la chiamano, come l'uva. Solo un'altra cosa, la gnocca, gli piaceva allo stesso modo. Ma ormai era tardi e col suo amico era ora di rientrare. A Milano, poco traffico e lui dormiva sul sedile passeggero.
Un clacson suonava in strada ed una voce lo chiamava "Pirlaaaa svegliati che se no ci becchiamo il casino della tangenziale!" sempre mattina, un po' meno presto, ma mattina. Svegliandosi di soprassalto dimenticò i bigliettini e si infilò la prima tuta che trovò nell'armadio. Nemmeno il tempo di allacciarsi le scarpe, da running, e via, per il terzo giorno verso Verona. Qualche esitazione all'ingresso, e poi via ancora una volta,
per l'ultima volta in paradiso. Subito dentro via con la Sardegna e l'Umbria. Un vero approccio da grand'esperto: i primi vini bevuti, nel cuore di una mattina che ben poco aveva di primaverile: Cannonau e Sagrantino. Che piacere perdersi in quei sapori forti e giù, che il terzo giorno è pacchia. Alle 11 aveva già smarrito i compagni di viaggio o forse si erano smarriti loro. Verso mezzogiorno, decise di farsi un panino, "per asciugare" e poi buttarsi nella toscana. Certo, Biondi Santi è un Dio, ma non fa bella figura se dà da bere in bicchieri caldi e sporchi. Però in verità nemmeno lui sarebbe stato a guardar troppo il bicchiere versandosi da bere. Si strinse le spalle pensando ai 6 cartoni di Brunello Riserva ‘90 che avrebbe voluto acquistare lì e vi rinunciò in favore di altri produttori. Vagando perso ormai inesorabilmente per la Toscana incappò saltando da un bicchiere di Morellino ad uno di Montepulciano, mentre ormai la festa era finita ed i vari stand stavano smantellando, fu ritrovato da un amico. Più che ritrovato riscontrato, visto che i due quasi finirono col farsi del male dall'impatto poco bilanciato. Entambi rimasero a guardarsi, e si riconobbero. L'altro gli disse "Deh, dai che è ora hanno finito" Lui rispose "Finiho? Ghe vino gredi ghe hano finito... gosa faggiamo adeso?" L'amico gli rispose calmo. "Se bevo ancora un bicchiere dormiamo
qui."

Mattina, freddo pungente freddissimo, e per le strade di Verona due pirla che cercavano un passaggio per la stazione.
Il Vinitaly era finito, ieri.

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