IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Datemi una birra e vi alzerò il gomito
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Hic Nick contro il G8
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Questa volta il nostro Nick si è trovato ad affrontare una missione davvero difficile: far ubriacare i membri del G8 di Parigi!
Ce la farà? Non ce la farà?
Ma soprattutto... Quanto si ubriacherà, lui??

Grigio. Così mi apparve il cielo di Parigi appena misi piede nella capitale francese.
Grigio come il mio gessato; il mio telefonino; la canna della mia Smith & Wesson 2’’ che nascondevo sotto il panciotto e sfoderavo in caso l’aria diventasse di piombo. Grigia come il cannone magnum da 8’’ che nascondevo nelle le mutande e che usavo quando “i duri iniziano a giocare”. Una noiosa pioggerellina quasi invisibile cadeva pigramente in un marzo irreale ed autunnale. “Gluu.. Gluu Gluu” Squillò la suoneria del mio Minkia N95, un cellulare di ultima generazione che avevo acquistato ordinandolo direttamente dalla pagine del Cirroso e che conteneva una piccola riserva di grappa oltre che al navigatore delle birrerie. “Ciao, MAD, si può sapere che cazzo m’hai fatto venire qui a Parigi a fare? Non facciamo scherzi, lo sai cosa succede quando mi altero…” Silenzio.
“Lo sai?...” ripetei. Silenzio. Non lo sapeva, e nemmeno io, ma immaginai che sarei diventato aceto. “Solo due cose Hic Nick non possiamo dilungarci” La voce di Sam mi colse di sorpresa. “1) il G8 vuole fare adottare un etilometro che segna se si è avuto tasso alcolemico oltre 0.0001% nell’ultimo trimestre e se positivi ti trombano la nonna; 2) La Francia vuole che l’aggiunta di altre uve al Brunello sia legale, come fanno loro per i loro vini”.
“Un po’ come se fosse legale vender una Ferrari ma col motore di una panda?” Interruppi io. “Non proprio, Gessatissimo, ma quasi”, sbottò il Cirroso Redattore e poi continuò: “ci sarebbero anche un 3 un 4 un 5, ma sappiamo che non sai contar nemmeno i bicchieri che bevi..” Il ragionamento non faceva una piega. “Sventa tutto!!! E’ imperativo!!!” e chiuse la telefonata. Sulla schermata del cellulare apparve “Questo telefono si autodistruggerà tra 3 secondi” E dopo tre secondi tenevo tra le mani solo un grondante pezzo di plastica pieno d’aceto. All’angolo della strada acquistai una copia dell’ultimo “Le Figa rot” fresca di stampa. “A les jardin des Tuileries…G8” In un battibaleno, grazie alle mie conoscenze ed alla rete di informatori che avevo in giro per il mondo, avevo subito individuato il luogo dell’incontro. Mi precipitai sulla metropolitana e scesi a Pigalle. Dopo tutto avevo ancora del tempo per il G8…. Mentre una ballerina del can-can che nemmeno Golus Lo Trec avrebbe voluto dipingere (cfr. Il cirroso n. Cool mi lucidava il cannone, io ingollavo assenzio e pensavo a come avrei potuto sventare i piani che avrebbero ridotto il Novarese in ginocchio (è risaputo che ivi risiede la più grande maggioranza di beoni, insieme alle province di Bergamo e Vicenza, solo che lì c’è anche molta gnocca).
Scavavo mentalmente ripassandomi le facce dei presidenti: Birrak Obama, Silvio Bonardoni, Gordon’s Gin Brown, Taro Aso Sakè, Stephen Harperol, Nicolas Fuzzy Sharkozy, Angela Merkellerei, DammiTri Meddiev, José Manuel Barrolo. Nessun elemento che mi ricollegasse a qualche traccia di etilicità in nessuno di loro! Come potevo fare? Mi alzai e decisi di cercare aiuto nei bassi fondi delle bettole di Montmatre. Ebbi successo. Trovai due mezzi matti e mi parevano belli sobri… quanto me. Monet e Manett si chiamavano. Il primo era un povero che chiedeva spiccioli e monetine picchiando su un bicchiere di latta e facendo ritratti a chiunque (da qui il nome senza Monet), il secondo era mago di strada esperto nel liberarsi dalle menette della gendarmerie. Escogitammo un piano. Ci saremmo introdotti nel Louvre e nascosti dentro i sarcofaghi di Abiam Sete I, Abiam Sete II e… Tuciaiun kanem.
Giunti al museo mi stupii alquanto: proprio in fondo ai giardini Des Tuileries c’era un obelisco pieno di geroglifici; dentro al Louvre i sarcofaghi di faraoni… Ed i francesi? Cosa avevano fatto i Francesi??? Piramidine di cristallo nel piazzale! In pratica in BUONAPARTE ti ciulano la roba e poi ti prendono anche per il culo!
Siccome il programma del G8 (che poi sono in nove … E voi dite che il ciucco sono io…) prevedeva una visita al capolavoro di Leonardo Dai Vinci (un tipo che arrivava sempre secondo) noi avremmo liberato gas etilici all’interno delle sale facendo alzare i valori di ciuccheria di tutti i membri del consiglio. Poi ci saremmo appostati all’esterno col palloncino. Per fortuna i gas eterei sviluppati dai liquidi impiegati alla mummificazione mi tennero desto ed adeguatamente in bolla.
Venne mattino e venne il G8. Tutto andò a meraviglia. Silvio Bonardoni era talmente ciucco di gas etilico che scambiò la Venere di Milo per la Venere del Botticella. Quando i presidenti uscirono, li attendevo con la stampa di tutto il mondo, proprio al di fuori del museo. Dissi quindi a Monet di passarmi il palloncino.
Sprofondai nella cupa tristezza quando questi mi diede in mano un Twenga di cuoio regolamentare. Ero nella cacca. Non potevo raccogliere le prove della loro ubriachezza ed ormai mi ero esposto. Presi a scappare di corsa mentre tutto il G8 mi inseguiva. Fortunatamente sbucai in una piazza con un cantiere megalitico pieno di ponteggi colorati. Tra me pensai… “Solo i francesi potrebbero metter in pieno centro di una città un ammasso di ponteggi simile…”
Sfrecciando nell’androne d’ingresso lessi il nome del genio che l’aveva progettata: Vado Pianu, uno psicopatico italiano che decise di liberare gli spazi interni… immerdando di giunti e tubi colorati l’esterno, rendendoli visibili anche da chi passava per caso di lì. Ovviamente era diventato famoso.
Fortuna volle che i tubi mi nascosero. Avevo fallito ed ora il mondo alcolico avrebbe portato le conseguenze del Brunello taroccato e degli etilometri annuali. Volevo morire. Mi accostai ad un bancone defilato ed affogai il dolore nel Brandy, tanto per esser bastardo. Il mattino seguente quando mi ridestai il cielo era grigio, plumbeo. Il solito piccione viaggiatore usato dalla redazione mi aveva depositato un messaggio sulla mano (oltre che almeno due etti di guano). Lessi. “Grande Hic Nick sei stato mitico a far cadere la credibilità del G8 e sue delle proposte. Poi ci spiegherai come hai fatto ad infiltrare un cirroso così ciucco come quel Bonardoni”. Mi alzai lento e tornai a precorrere la strada verso i bordelli di Montmatre.
Mentre i miei mocassini di vernice nera risplendevano alla luce di una prima mattina infilai il pollice della mano destra nella tasca del gessato, e con l’altro mi passai il labbro inferiore che dipingeva un sorriso astuto. Un gesto da vero duro dal whisky facile, non fosse stato che la mano era ancora piena di merda di piccione.
Au revoir.

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Re: Hic Nick contro il G8
Scritto da Anonimo Beone il 18 Maggio 2009, 14:00

una vera stronzata


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