Era un pomeriggio caldo e secco quando i due cavalieri entrarono nell'abitato di Bottle Town. Il sole scintillava alto sulle loro teste, rendendo ancor più aride le loro gole già arse dalla polvere. Il maestoso Bottle Creek, con le sue rapide e le sue cascate, li aveva indotti in tentazione per gran parte del viaggio, ma loro erano uomini duri e non avevano ceduto: meglio soffrire la sete che bere acq*a.
Ora però sentivano il bisogno di farsi qualche litro di fresca birra al saloon.
Entrarono assetati nella main street e videro uno spettacolo che gelò mmediatamente l'alcool nelle loro vene: ai lati della strada una dozzina di persone stavano soffrendo, sanguinando e sgottando.
Erano ferite e, naturalmente, ubriache.
"Salute stranieri" li apostrofò il vecchio maniscalco del paese, "cosa vi porta da queste parti?"
"Io sono Tex Birrer, conosciuto anche cone Aquila della Botte" rispose il più giovane "e questo è il mio pard, Kit Carlsberg"
"Burp" salutò Carlsberg.
"Siamo due ranger del Tazzas. Cos'è successo qui?"
"Tutte le settimane è la stessa storia: vanno nel saloon, litigano, escono in strada, si sfidano a duello, ma poi sono talmente ciucchi che non riescono a sparare dritto e così ammazzano e feriscono gli spettatori!"
"E allora perché la gente va a vedere i duelli?"
"Perché sono ciucchi anche loro! Avete intenzione di fare qualcosa contro questo scempio?"
"Bah" rispose Tex, "se la gente è così idiota da perdere tempo andando a farsi sparare per strada invece di restare a tazzare, allora si merita qualche pistolettata nel culo! Tu che ne dici, vecchio satanasso?"
"Burp" assentì Carlsberg.
"Ora forza, andiamo a sciacq*arci l'ugola con un po' di bionda pozione!"
I ranger scesero da cavallo e si diressero verso i battenti del saloon, ma la loro attenzione fu attirata da un cavallo che giungeva correndo all'impazzata. Il conducente, allo stremo delle forze, lo fermò e cadde rovinosamente a terra. Kit fece per rialzarlo, ma Tex lo fermò: "Fermo, vecchio cammello! Non vedi che è tutto impregnato d'acq*a? Ormai per lui non c'è più nulla da fare. Non esporti inutilmente al contagio."
"Burp" ringraziò Carlsberg.
"E' Jack Daniel Lawson, il postiglione!" disse il maniscalco. "Cosa ti è successo?"
"Sono... Sono stati i Borrachos di Don Tequilon Miguel Fernando Alejandro Rodrigo Felipe Carmencito Alvarez Vicente Mezcalero Armando Josè de la Gran Cerveza, de la Margarita y de la Puta Madre, detto Cabron de Mierda".
"Burp" si stupì Carlsberg.
"Hanno assalito la diligenza e hanno rubato il mio carico di whisky!"
"Minchia" esclamò Carlsberg, tanto per variare un po'.
"Sei sicuro che siano stati loro?"
"Credo di sì: i cavalli erano marchiati D. T. M. F. A. R. F. C. A. V. M. A. J. d. l. G. C. d. l. M. y. d. l. P. M. detto C. d. M!"
"In effetti è un discreto indizio", convenne Tex.
"Mi hanno abbandonato nel deserto con venti litri di acq*a da bere!"
"Che crudeltà!" esclamò Tex "Forza Kit, andiamo ad acciuffarli!".
"Burp" concordò Carlsberg.
I due pard si misero in marcia in direzione del deserto: i loro occhi esperti non faticarono a riconoscere le tracce dei malfattori (d'altro canto non è che bottiglie vuote, pozzanghere di sgotto e merde di cavallo siano proprio invisibili!). Le traiettorie si facevano sempre più curve e sinuose, segno che, dopo che i Borrachos si erano impossessati del carico di whisky, adesso il carico di whisky si stava impossessando dei Borrachos.
E infatti dopo circa mezzora trovarono la diligenza ribaltata in un fosso (ah, i famosi fossi del deserto! N.d.MAD) e i predoni intenti a sgottare e a cantare le canzoni degli Omaccioni.
"Li abbiamo presi, vecchio cammello! Un'altra eroica impresa è stata compiuta"
"Veramente noi non abbiamo fatto un cazzo" fece rispettosamente notare Carlsberg.
"E allora facciamo qualcosa adesso... Tazziamo!"
"Burp"