Tanto tempo fa, in una fattoria, nacque un anatroccolo completamente astemio, che per questo motivo veniva schernito e vilipeso da tutti...
C'era una volta mamma Anitra che da più giorni covava con amore sei uova e passava le lunghe giornate seduta immobile sparandosi dei gran quartini di Barbera.
Un uovo, però, a differenza degli altri, era stranamente grande e mamma Anitra pensava che ne sarebbe nato il più grande anatroccolo tazzatore del mondo. Passò ancora qualche giorno e 5 uova si schiusero dando alla luce cinque piccoli anatroccoli gialli che immediatamente si attaccarono alla bottiglia del Vov, perché si sa, è bello uscire dall'uovo ma è ancora più bello calarsene un po', soprattutto quando fa 18 gradi. Tutto questo naturalmente con somma gioia di mamma Anitra.
E il sesto uovo? L'uovo più grosso, quello che prometteva di più, tardava inspiegabilmente a schiudersi, lasciando mamma Anitra ancora immobile in compagnia del Barbera.
Finalmente anche il ritardatario ruppe il guscio, fra la meraviglia e la (breve) gioia dei fratellini.
Infatti con amore fraterno i cinque piccoli nati precedentemente si avvicinarono subito a lui, ma immediatamente notarono che lui non era giallo, infatti aveva le piume nere ed era anche più grande! Era un uccello nero e lungo! I fratellini guardarono mamma Anitra, visibilmente stonata, e capirono che le abitudini sessuali della vecchia beona non erano sicuramente conservatrici.
Superato il primo shock i fratellini porsero la bottiglia del Vov al nuovo arrivato, ma… Incredibile! Il loro "fratellone" rifiutò decisamente la possibilità di surgere quel nettare!
Mamma Anitra era perplessa. Era questo il robusto bevitore che era in quel grosso uovo? E soprattutto, quanto era stata ubriaca per accoppiarsi con un corvo?
Disperata si rivolse alle sue amiche del cortile, ma né la Chioccia né comare Tacchina si spiegavano come avesse potuto dare alla luce un figlio sobrio!
"Forse col tempo tutto andrà a posto…" Pensò mamma Anitra.
Un bel mattino mamma Anitra chiamò i figli e disse: " E' ora che impariate a bere l'aperitivo al bar, venite con me!"
Al bancone gli anatroccoli si trovarono perfettamente a loro agio, calandosi bianchini a nastro, mentre l'ultimo arrivato ordinò nientemeno che un succo di frutta! Il barista, il Mario, cacciò l'anatroccolo dal bar!
La vita del sobrio anatroccolo era dura. Tutti, anche nella fattoria, lo prendevano in giro. Nelle lunghe serate non si avvicinava mai all'angolo in cui il signor Gallo scolava bottiglioni di Nebbiolo in compagnia di chiunque passasse di lì. Anche i suoi fratellini lo rimbrottavano, dicendogli che si vergognavano ad andare in giro con lui. Chi si vergognava di più era mamma Anitra, che mai aveva avuto un figlio astemio!
Un mattino il poveretto, stufo di essere additato per il suo problema (forse una vera e propria malformazione!) fuggì dalla fattoria.
Allontanatosi dal suo cortile arrivò ad uno stagno. Vide delle rane che gracidavano in un modo strano, e avvicinatosi si accorse che le rane emettevano dei sonori rutti ed erano radunate attorno ad uno spillatore di birra.
"Sempre la solita storia!", pensò l'anatroccolo e si allontanò.
Cammina, cammina arrivò la sera e vide delle persone radunate attorno ad un fuoco scoppiettante. Cominciava a fare fresco e l'anatroccolo si avvicinò, sperando di trovare un po' di tepore. Ma quando fu a breve distanza notò che quegli uomini stavano mangiando delle castagne abbrustolite innaffiate da litri di vin brulè!
"Ancora!", pensò il piccolo astemio, e si addormentò su un ciuffo d'erba che gli dava un po' di riparo.
La mattina seguente si svegliò e continuò sempre più triste il suo cammino. Giunse davanti ad una casetta e bussò alla porta. Una dolce vecchina lo fece entrare e lo portò in cucina dove c'erano un gattone ed una gallina di alta classe.
La vecchietta disse: " Guarda! Quello è un gatto chiacchierone e le è la gallina che fa le uova più grosse del bosco!"
Così l'antroccolo entrò a far parte della famiglia.
Non ci volle poi molto a capire che il gatto era chiacchierone perché sotto il suo cuscino nascondeva una bottiglia di vodka, e che la gallina faceva le uova grosse perché era una zoccola che prestava il suo sfintere al gatto, che oltre ad essere etilista era anche sodomita!
A malincuore dovette lasciare la casa della dolce vecchina dopo che una notte il gatto aveva tentato di abusare di lui.
Per il bosco trovò scoiattoli, leprotti, ed uccellini che scherzavano allegri. Ma non riuscì a fare amicizie perché il punto di ritrovo era il pub della quercia cava e lì servivano solo alcolici.
Arrivò l'inverno e con lui la neve che copre ogni cosa. Una mattina il sobrio anatroccolo si svegliò intirizzito e quasi incapace di muoversi per il gran freddo.
Sarebbe certamente morto se un boscaiolo non lo avesse raccolto tra la neve e gli avesse portato il primo soccorso, facendogli sorseggiare della grappa dalla borraccia che portava sempre con sé.
Quando si risvegliò si trovò in una casa calda ed accogliente con il boscaiolo che lo accudiva. Il suo salvatore lo guardò e gli disse: "Ringrazia la mia grappa se sei ancora vivo!"
L'anatroccolo commosso e stupito ringraziò la grappa e per sdebitarsi decise di onorarla tutti i giorni per tutta la sua vita. Se la grappa era stata così buona da salvarlo sarebbe stata sicuramente buona anche da bere. Si, sarebbe stata una compagna fedele per tutta la vita.
L'inverno passò in casa del boscaiolo in compagnia della sua nuova amica.
Arrivata la primavera prese la decisione di tornare alla sua fattoria. Così prese per mano la sua amica e volò verso casa. Volò perché ormai era cresciuto e nessuno poteva più sbagliarsi sul suo conto: era un magnifico corvo tazzatore.
Appena posò le zampe nel suo vecchio cortile una folla di curiosi si radunò attorno a lui, ma quando capirono chi era ritornato tutti ricominciarono a prenderlo in giro.
Il corvo tazzatore non si lasciò sconfortare e prese la bottiglia di grappa che teneva nascosta sotto l'ala. La folla cominciò a fare silenzio. Il corvo diede una forte golata che portò la bottiglia a metà. Dopo aver deglutito prese un accendino e lo mise acceso davanti al becco, a quel punto emise un rutto talmente alcolico che a contatto con la fiamma prese fuoco e abbrustolì in men che non si dica tutti quegli animali che lo avevano sempre schernito. Tutti scapparono impauriti e con le piume mezze bruciacchiate.
Solo un animale, che prima era in disparte, si avvicinò al corvo: era mamma Anitra che abbracciò il figlioletto ritornato e cambiato. Aveva ragione lei, in quell'uovo si nascondeva un gran tazzatore.
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