Davide Van De Sfroos è sempre stato un idolo per il nostro vicedirettore Sam, ma ciò evidentemente non è stato sufficiente per indurlo a portargli rispetto!
Ecco quindi a voi questa fantastica intervista!
-Ciao Davide.
Visto che i nostri lettori sono ubriaconi e semianalfabeti, mi dici subito qual è la prima cosa che vuoi che scriva? Così se anche non vanno avanti a leggere tutto l’articolo, almeno quella sei sicuro che la leggono.
-NON ANDATE AVANTI a leggere tutto questo giornale, perché non ne vale la pena!
Se poi si parla della mia vita e della mia storia, basta che leggiate gli ultimi 15 anni di articoli usciti su di me, che dicono tutti più o meno le stesse cose.
-Sì, infatti a noi di queste cose ce ne frega relativamente… Nel senso che vorremmo indagare altri aspetti. Per esempio: tu sei un lagheè…
-Sì.
-Non ti fa effetto stare vicino a tutta quell'acq*a, così analcolica?
-Il paese di Acquaseria, che è vicino al mio, vanta (credo) il maggior numero di bar in rettilineo, e credo anche il record di minor concentrazione di bevitori di acq*a.
Il fatto che l'acq*a sia "seria", sia nel nome del paese, sia di fatto, è anche spiegabile.
-Nel senso che è acquavite!
-Nono, è proprio seria nel senso che neanche i pesci dicono le barzellette. E' noiosa, insomma. Non la beve nessuno. E poi è noto che chi beve l'acq*a del lago è perché sta annegando, o perché proprio non ha più niente da fare.
-Ok. Senti un po', io sono venuto al concerto al forum di Assago ad aprile… Tra l'altro ho speso 20 euro perché doveva essere l'unica data del tour e invece ti ritrovo nel mio paese gratis!
-E' perché anche noi siamo dei balordi e facciamo dei trucchi incredibili! Siamo dei bugiardi, come tutti.
-Ah, ecco. Comunque al forum mi ha colpito il fatto che ci fossero persone da Avellino e da tutta Italia. Gente che probabilmente non capisce una mazza di quello che canti!
-Sì, però se vai ad Avellino il sottofondo lo fa il Taurasi, se vai in Valtellina lo fa l’Inferno, se vai nell’Oltrepò Pavese ci pensa il Barbera… Quindi alla fine dei conti, capire o non capire una canzone dipende da quanto hai voglia di capirla. Io ascolto anche canzoni in greco, per esempio, di cui canticchio le strofe e so più o meno di cosa parla il testo. Quindi figurati coi dialetti d’Italia: sardi, liguri, siciliani, salentini… Si può fare!
-Sì , in effetti io quest’estate sono andato alla Notte della Taranta e devo dire che dopo il terzo bicchiere di vino iniziavo già a capire…
-Esatto. Vedi?
-Per esempio ti ho sentito a volte fare Crêuza de Mä, Zirichiltaggia o altre canzoni in dialetti che non conosco. E il tuo pubblico le cantava.
-Il mio pubblico le conosce tutte, queste canzoni qua e le apprezza a prescindere dalla lingua.
-Sì, ma tutto ciò mi fa sorgere un dubbio. Per esempio "La Curiera" è una delle tue canzoni che scatena sempre il boato fra il pubblico, ma non è che sia precisamente quella col testo più impegnato!
-No. Ma probabilmente è perché è una delle più vecchie, quindi ha avuto più tempo per diventare un tormentone. E poi è una canzone che è nata con noi,
ancora nel la pr ima formazione. Ed è scanzonata. E’ quasi un cartone animato in movimento.
-Quindi (e torniamo al dubbio che avevo) non è perché alla gente non frega un cazzo di quello che canti e gliene frega solo di tazzare e ballare.
-No. Anche perché poi nelle richieste ci sono sempre le canzoni più impegnate e più difficili da proporre.
-Visto che canti in dialetto, ti è mai capitato di essere strumentalizzato? E magari associato a qualche parte politica…
-C’è stato sicuramente un periodo in cui c’erano alcuni giornalisti che si divertivano con queste cose, però in generale direi di no, anche perché io ho sempre precisato il fatto di non appartenere ad alcuna parte politica. Nei primi anni qualcuno che non mi conosceva mi chiamava oppure mi evitava perché dava per scontato che stessi da una certa parte. Ma poi si è capito che non è vero. E infatti mi chiamano a feste di CL, della Lega, di Rifondazione…
Poi ovviamente se una persona a cui piace la mia musica butta via tutti i miei dischi perché ha letto qualcosa di questo genere, lo sconfitto è lui.
-Io l'anno scorso ho intervistato i Longobardeath…
-Sì, li conosco
-Ho fatto più o meno la stessa domanda e mi hanno risposto che loro aderiscono al Partì de l’umbrèla (mangé, bef e fé andé la canèla - Cfr. Grolling Stone n. 1). Ti ci identifichi anche tu?
-Sì, assolutamente (ride). Comunque credo che anche lì… Un gruppo che scanzona i Motorhead in dialetto lombardo goliardico non lo puoi strumentalizzare.
I loro testi basta leggerli per capirli.
-Sì, anche perché se li ascolti non capisci un cazzo.
-Ma smettila. Non è vero.
-Dai, un'ultima cosa: hai mai suonato da ciucco?
-Sì… Ma non lo farò più.
Cantare queste canzoni da ubriaco, o assumendo marijuana è un disastro, perché non riesci ad avere il controllo delle parole. Se canti una canzone come "La Poma", che va a una velocità vertiginosa e sei appena appena fuori controllo viene fuori una schifezza.
-Invece quando le scrivi…
-Ah, quando scrivi puoi far quello che vuoi!
-Il tuo vino preferito?
-Mah, vado a periodi, come con la musica. Sicuramente ho una grande simpatia per il Nero d’Avola che bevo settimanalmente.
-Concordo!
-Poi mi piace il Cannonau degli ultimi dieci anni. Ma poi è ovvio che Barolo, Chianti o Morellino sono sempre ben accetti.
Però non vorrei lasciar perdere quei vini da tavola di tutti i giorni che sono poi quelli che fanno la differenza, nel senso che il Barolo devi berlo con certe pietanze, nel momento giusto, con anche un po’ di meditazione, direi. Mentre poi il “bere bene” lo vedi su cosa bevi tutti i giorni.
-Però tutti rossi, mi par di capire.
-Sì, sui bianchi mi piace il Tocai (o come bisogna chiamarlo adesso) o il Greco di Tufo, però solo quei due lì. Gli altri, boh… Non mi piacciono.
-Ok, grazie Davide!
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