Questa volta i potenti mezzi del Cirroso sono riusciti a mandare CCB in una distilleria e soprattuto... Sono riusciti a riportarlo indietro ancora vivo!!!
Tutti gli assetati storici l'hanno sempre bramata e desiderata: Gesù e Maometto nel deserto, Amundsen al Polo, Pannella al Testaccio e altri personaggi minori in vari momenti di particolare siccità esofagea. E' limpida ed è il simbolo stesso della purezza e della freschezza.
Sgorga allegra dagli alambicchi... E' la grappa! Negli ultimi sette anni, questo nobile distillato è festeggiato nella giornata delle "Distillerie aperte".
Quest'anno la data fatidica è caduta il 10 ottobre 2010 e un buon Cirroso non poteva esimersi dall'approfittare senza ritegno di questo giorno di festa. Mentre il MAD rimuginava sul significato della parola "distilleria" , il buon CCB (io! N.d.CCB) e la fedele LaPittrice (che imma g in o avrà guidato, N.d.Sam) si recavano, planando come dei kamikaze nipponici, presso la distilleria Rossi d'Angera sita in Angera provincia di Varese (chi l'avrebbe mai detto! N.d.MAD). La prima sorpresa è stata notare come questo laboratorio magico sia di dimensioni prettamente familiari e le dimensioni degli alambicchi adatte al posizionamento degli stessi nel garage di qualsiasi alcolizzato (due quintali di vinaccia per cotta). Le vinacce sono conferite da diverse parti d'Italia, fin dalla Sicilia per quelle di Nero d'Avola.
I gloriosi alambicchi discontinui vanno come dei treni e l'alcolicissima grappa grezza scorre col contagocce.
Ad aspettarla ci sono botti lignee e vasche in acciaio. Il miracolo avviene sicuramente grazie alle preziose attrezzature ma soprattutto per merito dell'arte del titolare e dei suoi pochi dipendenti. Alla Rossi distillare la grappa non è un procedimento industriale, ma un attento rito perfezionato in anni di storia. Ma adesso, dopo tutte queste stronzate, è arrivato il momento degli assaggi! L'ora è quella dell'aperitivo e le dirompenti grappe della Rossi fanno il loro mestiere. Tra una golata e l'altra, è stato bello condividere con il titolare pensieri filosofici sulla grappa e su come negli ultimi anni ci sia stata la tendenza a renderla più smussata nelle sue caratteristiche e adatta a palati anche piuttosto delicati... Un po' come se Rocco Siffredi facesse un film gay!
La grappa è grappa! In bocca deve scalciare e urlare e farci provare un godimento violento, un po' come una nipote di Mubarak ad Arcore. Le idee sulla grappa ci hanno trovati concordi e infatti è stato impossibile uscire da quella Santa Barbara senza qualche bottiglia di cristallina violenza alcolica.
Lunga vita alla Rossi d'Angera, lunga vita alla grappa!
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