IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Hic sunt beones
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Sbronzinson Crusoe
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Com'è possibile sopravvivere in un'isola deserta senza alcoolici a disposizione? Come si può resistere giorni e giorni bevendo solo acq*a? Una situazione agghiacciante. Ma Sbronzinson Crusoe è un vero Cirroso e riuscirà a risolverla brillantemente!

Il 7 dicembre 1647 una nave che trasportava botti di pregiato uischi si trovò coinvolta in una grossa tempesta del cazzo. La grossa tempesta del cazzo fece affondare la nave. Tutto l'equipaggio riuscì a salvarsi grazie al coraggio e alla prontezza di un uomo che durante tutto il viaggio non fece altro che tazzare svuotando le botti che furono usate come zattere di salvataggio. Tutto l'equipaggio, come detto, si salvò. Solo una persona non ce la fece e naufragò: era colui il quale aveva contribuito alla salvezza di tutti gli altri sbevazzando senza sosta l'uischi. Era Sbronzinson Crusoe. La tempesta lo aveva fottuto perché, alla vista di tutta quell'acq*a che si abbatteva sulla nave, lui si era ritirato sottocoperta ammazzandosi di buon vino rosso fino al sopraggiungere del sonno etilico. Si svegliò completamente bagnato sulla spiaggia di un'isola selvaggia. "Cazzo, ieri sera devo aver almeno sboccato in faccia al comandante se hanno deciso di farmi scendere dalla bagnarola!" La prima sua preoccupazione fu quella di cercare qualcosa da bere e da mangiare. Frutta e pesce non mancavano ma da bere c'era solo acq*a! Sbronzinson rifiutava quel liquido da ormai molti anni, da quando aveva fatto un fioretto con San Jovese, in cui aveva promesso di non bere più acqua in cambio di sesso sfrenato con femmine di tutte le età ed estrazione sociale. San Jovese era così ciucco che accettò il fioretto: la vita di Sbronzinson diventò così alcool, sesso e basta.
Per non rompere il fioretto il naufrago per ben due giorni resistette alla tentazione di idratarsi, ma alla fine dovette cedere. L'acq*a ebbe però un effetto terribile sul suo fisico creandogli movimenti intestinali paragonabili alla deriva dei continenti e facendogli quindi passare gran parte delle giornate a cagare fino allo sfinimento rettale. Dopo alcuni giorni dedicati alle deiezioni più liquide che lui potesse ricordarsi decise di ribellarsi al fato e si mise a battere palmo a palmo i dintorni dell'isola per ricercare una via d'uscita da quell'inferno. Sbronzinson si voltò e si accorse che alle sue spalle si estendeva una folta foresta… di vite selvatica! Lanciatosi a rotta di colon verso la lussureggiante selva inciampò in un cespuglio proiettandosi in un groviglio di rovi che, visto il suo costume adamitico, gli conciò il papagno come un puntaspilli. Mentre recitava a memoria passi della Bibbia, del Corano e degli Upanishad, si accorse che il cespuglio in cui era inciampato era un ceppo di rigogliosa canna da zucchero. La sua mente fece subito l'addizione: uva + zucchero = fermentazione = alcool = vino! Si mise subito al lavoro e in pochi giorni riuscì a tracannare i primi litri del suo merdosissimo vino, che grazie al clima tropicale dell'isola raggiungeva gradazioni da ebollizione. Questo vinaccio aveva avuto il potere taumaturgico di regolarizzare le sue esternazioni di sterco. Un giorno mentre era completamente stonato vide davanti a sé una figura antropomorfa. Era un indigeno che diceva di vivere dall'altra parte dell'isola, in un villaggio di persone come lui. Un villaggio molto noioso perchè la maggior parte del tempo libero (circa 23 ore al giorno) era passato scagazzando in giro per la foresta. A Sbronzinson si accese immediatamente la lampadina dello sbronzo e si fece accompagnare dall'indigeno, che in breve battezzò Venerdìalpub, al villaggio. Sapientemente il naufrago portò con sé diverse noci di cocco riempite con il suo bruschetto astringente. Lui sapeva che il problema intestinale che affliggeva quel villaggio di fottuti trogloditi dipendeva direttamente dall'acq*a. Appena giunti al villaggio Sbronzinson propinò il vinaccio al capo villaggio che dopo un paio di scoregge ed un rutto notò subito i benefici del miracoloso liquido. Felice per la ritrovata forma intestinale il capo implorò Crusoe di barattare il miracoloso liquido con qualsiasi cosa lui volesse. Sbronzinson ebbe una visione mistica in cui gli apparve San Jovese che gli faceva l'occhiolino. Il baratto si fece… Vino per figa!
E Sbronzinson finì i suoi giorni sull'isola ubriaco e trombante.

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