IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Il più letto nei peggiori bar di Caracas
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Un esclusivo ritrovamento letterario
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Il Cirroso è da sempre attento alle esigenze culturali dell'ubriacone medio. Il nostro Sam ce lo dimostra rendendo pubblico questo eccezionale documento, da lui rinvenuto in un qualche baule chissà dove (anche stavolta era troppo ciucco per ricordarselo)!

Siamo eccezionali!
Avevamo già proposto un rarissimo inedito del Manzoni e ora raddoppiamo con uno del Leopardi.
Il Cirroso, dopo lunghe ed etilicissime ricerche, ha scoperto che l'idillio noto come "L'infinito" era stato inizialmente steso durante una ciocca e cambiato solo in seguito per esigenze di mercato.
Notate come l'alcool proietti l'autore in una dimensione etilica che gli conferisce beatitudine e serenità certamente irraggiungibili bevendo gazzosa.
Metro: endecasillabi sciolti

L'INFINITO (G. Leopardi - versione originale)
Sempre cara mi fu quest' erma botte
e questo vino che da tanta parte
del traballante corpo il capo esclude.
Ma sedendo e bevendo interminati
litri di là da quella, e sovrumani
silenzi e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vino
odo sgorgar da questa botte, io quello
infinito piacer per questa ciocca
vo or provando: e mi sovvien l'eterno
e le passate ciocche e la presente
e viva e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio
e naufragar m'è dolce in questo vino


PARAFRASI:
Sempre cara mi fu questa botte solitaria
e questo vino che dal resto
del traballante corpo sconnette il cervello.
Ma sedendo e bevendo tantissimi
litri dalla botte, sovrumani
silenzi e una profondissima quiete
mi ovattano il cervello e per poco
non mi piglio pure un infarto per il troppo vino. E appena
lo sento scendere da questa botte io quell'
infinito piacere, a causa di questa ciocca,
provo ora: e penso a tazzare per l'eternità
e alle ciocche fatte in passato e a quella attuale
tuttora in corso e prorompo in un rutto. Così tra questa
immensità il mio pensiero si annega
e naufragare in questo vino è una gran figata!

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