IL CIRROSO
(The Cyrouse)
Il periodico per il bambino che tazza il buon vino
Periodico aperiodico di informazione etilica, direttore, caporedattore, inviato speciale, reporter, fotografo, tipografo, editore, dattilografo, bidello e lavacessi: MAD. I nomi degli altri giornalisti leggeteli in fondo agli articoli. Pensato e stampato in località segretissima ingurgitando fiumi e fiumi di birre medie. Adesso basta, leggete il sito, beoni!!!!!!
Vita vissuta
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Una giornata come tante altre, per il nostro freelance Hic Nick!
Fra sfighe, amori andati male e grandi sorsi di vino, alla fine il nostro corrispondente troverà la panacea per i suoi mali!

"Crist..." dissi inciampando.
"...inaaaaaa" conclusi cadendo rovinosamente sul marciapiedi. Non mi ero fatto male e la mano destra continuava a sorreggere il bottiglione di 'Savinello rosé' (cazzo, pure rosé). L'altra però era finita in una cacca di un cane. C'era sempre una cacca di un cane sul marciapiedi ultimamente, quel che però contava è che finivo irrimediabilmente per aumentare la mia fortuna.
Cristina non si era nemmeno voltata. Nemmeno io mi sarei voltato a guardarmi. Dopo due ore di duro lavoro alle corde quella stronza mi aveva piantato lì, immerdato, sul marciapiedi del supermercato. Mentre cercavo di rialzarmi passò uno che mi gettò l'euro del carrello. Mi prese in fronte 'sto bastardo e se ne andò pure gongolante e fiero della sua buona azione.
Strappai con un morso il tappo come nei film, solo che il mio era di plastica, e nei film nessuno si rompe mai un canino facendolo. Ingollai un gollone di Savinello. In carenza va tutto bene, ma che merda (e non mi riferisco a quella che avevo sulla mano).
Passò la mia ex... No, non era lei.
Passò un'altra, lei sì che era un'altra. Era una gnocca. Nel senso che era rotonda e molliccia. Mi affrettai ad alzarmi per evitare di esser visto, ma fu pensando che fosse la mia ex... poi mi alzai con calma e parlai alla gnocca.
"Deh..." Gli dissi lì per lì improvvisando. "Lé signorina, la ghà mia un fazulét at carta?" Dovevo esser disinvolto.
"No, guardi, non voglio niente" mi rispose.
"Deh, Ninin, l'e' mia chi venda enciclupedii..." Non sembrava capire.
"Signorina, la mi ascolti..." non capiva... "Guardi che non voglio vend... Signorina, ca mi scusa i dovaria pulim..."
"Vaffanculo!" mi disse.
Ero io che non avevo capito.
Era la storia della mia vita. Ero io che non capivo le donne o loro che non capivano me? "Devi esser sincero", dicevano. "Voglio l'uomo che dice la verità", predicavano... Poi, quando gli chiedevo di darmela e che me ne fottevo di tutte le loro cazzate, mi mandavano a dé via 'l cù.
La gnocca se ne andò come Cristina, ma almeno non mi aveva illuso (concedendomi quelle due ore di patetico monologo).
Tirai giù una cannata del Savinello... ed un'altra. Barcollai e caddi nuovamente. Mentre cadevo pensavo "Fanculo, se metto una mano su un'altra merda son già sporco. Non tutto il male vien per nuocere". Ero sempre stato infatti uno positivo... siero. No, questo no. La volta che venni a contatto col virus dell'AIDS, questo si attaccò una spilletta rossa e mise in piedi una campagna contro l'alcol che mi ricordo ancora adesso.
Il bottiglione suonava vuoto ed io questo lo percepivo bene perché era il suono che rimbombava sempre nel mio cervello. Giunsi al Pargolo delle Muse, il mio bar preferito, ma questa volta non domandai perché dovessero prender per il culo i clienti visto che di muse proprio non ce n'erano, entrai ed ordinai due medie. Le buttai giù in un gollone ed il mondo prese ad esser bello. Lì al Dondolo delle Muse era un bell'ambiente, tutto in legno, tavoloni, birra, sedie, birra, gente, birra, luce soffusa, birra.
Mi piaceva proprio, e ci andavo spesso, soprattutto se dovevo dimenticare una Crist...ina di donna. Il proprietario del Sandalo delle Muse... erano due solo che io vedevo sempre solo quello che faceva il turno sino alle 24:00, poi non è che me ne andavo, è che quando arrivava anche l'altro ormai io non ci vedevo più.
Che belle storie giravano lì al Mignolo delle Muse.
Insomma anche quella sera passai una bella serata. Poi venne il momento di pagare. Dovevo togliere dalla tasca la mano immerdata. Diedi una zummata intorno stando fermo: come al solito al momento di pagare tutto girava intorno a me. Su di uno sgabello un giornale, poche pagine formato A4, la mia salvezza. Pulendomi cercai di leggere... "Il Cirr..." ma era già sporco e la vista traballava.

Morale: ci sono delle cose che non conosci, apparentemente inutili, che ti
salvano da figure di merda. Grazie di esistere, Redazione.

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