Sicuramente è Hic Nick, il sommelier.
Siamo una razza piacevolmente a scoparire, o per lo meno a ridimensionarci.
Dopo anni in auge a professare le grandi virtù di questo nettare, concentrati a frequentare e a perseguire corsi tenuti da luminari troppo spesso insindacabili, il sommelier, il reduce del corso è proprio il caso di dirlo, il Hic Nick della situazione, è piacevolmente destinato ad estinguersi. Non fraintendete. Tutti i vari corsi più o meno legati al mondo del vino e dintorni, sono stati un grande stimolo per il suo rilancio, dopo gli anni bui del post metanolo. Grazie a loro, l'enogastronomia e il turismo enogastronomico hanno preso vita e non sono così ipocrita di negare il fatto di aver cavalcato anch'io l'onda e di averci campato, oltre al fatto indiscusso di averli frequentati. Ma credetemi, il sistema ha creato dei mostri di sapienza. Siamo troppo spesso pronti a recitare le parole incomprensibili di un nostro "collega" che parla alla della trasmissione domenicale di turno. Parole piene e grasse che ci riempiono la bocca e che troppo spesso ci servono per far colpo sugli amici o sulla donzella della situazione. Parole a volte irripatibili, troppo spesso persino dai veri addetti ai lavori, o per lo meno meritevoli di un appunto sul nostro libretto tascabile delle "parolone", da spuntare al momento giusto e non ricordiamo una cosa fondamentale, che il vino va bevuto senza troppe schede e troppi numeri. La gente è stufa delle nostre parodie, forse vuole effettivamente divertirsi, anzi piacevolmente "gozzovigliare". Ps: non è una parolona. Dobbiamo ridimensionare il tiro. Dobbiamo ricrederci, rinnovarci, rimotivarci e non replicarci. Non per niente quei famosi corsi risentono di un momento di crisi, forse sta crescendo una nuova consapevolezza nelle nuove generazioni? Questo dev'essere per noi un campanello d'allarme.
Ricordo i miei corsi e le mie stupide parolone che mi facevano sentire importante. Adesso che sono grande e sopratutto ho smesso di voler apparire, o per lo meno ci provo, riconosco che la verità sta sempre nel mezzo e che il vino va piacevolmente consumato facendolo arrivare a noi attraverso un semplice orifizio, la bocca e non un computer ad alta tecnologia. Permettetemi ancora. Ascoltiamo i luminari con particolare attenzione. Meditiamo e filtriamo se ne siamo capaci. Non mostriamo troppo i nostri effigi e i nostri riconoscimenti, anche se ci senyiamo particolarmente vicini ad una associazione, rischiamo di cadere nel banale. Alcuni di noi sono veramente bravi..... Confondiamoci piacevolmente.
Ps: scusate per gli errori grammaticali..... Ma sono un semplice sommelier.
Un abbraccio.

Gramegna Davide

Senza dubbio è hic nick